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Come le donne sono rappresentate nelle opere d'arte

Aggiornamento: 16 gen 2022

Avviso contenuti: lo sguardo maschile, lo sguardo bianco, razzismo, cisnormatività, anatomia di sesso femminile, feticizzazione, oggettificazione, sessualizzazione, esotificazione, nudità, Primitivismo, abuso sessuale di giovani ragazze, stalking, coercizione sessuale, decapitazione, Orientalismo, colonizzazione, immagini oggettificanti. Gli articoli / le pagine linkate (i link sono le parti in grassetto colorate) possono includere sia gli argomenti sopra menzionati sia altri argomenti e / o immagini potenzialmente disturbanti qui non menzionati.


Uomini bianchi, cisgender ed eterosessuali hanno tradizionalmente dominato il mondo dell'arte (o almeno il modo principale in cui esso viene rappresentato) e oggi continua ad essere così. A causa di questa mancanza di diversità dietro le quinte, si trova una mancanza di diversità nei punti di vista a cui viene concessa visibilità nell'arte figurativa. Questo è uno dei motivi principali per cui talmente tante opere d'arte si incentrano sullo sguardo maschile, bianco ed eterosessuale, che oggettifica e sessualizza le donne, specialmente le donne di colore, dato che queste ultime sono costrette ad affrontare anche una severa esotificazione, persino nell'arte di donne bianche (si veda la nota alla fine di questo post). Inoltre, lo sguardo maschile nell'arte tende ad essere cisnormativo, riducendo le donne alla somma delle parti del corpo di soltanto una parte di tutte noi (anche se risulta importante ricordare che anche le donne trans sono sottoposte a feticizzazione).


Le Déjeuner sur l’herbe (Colazione sull'erba, 1862 - 1863) di Édouard Manet è un esempio dello sguardo maschile: mentre i due uomini nella scene sono completamente vestiti e sembrano intrattenersi in conversazione, la donna seduta accanto a loro è nuda e quella nello sfondo, che sta facendo il bagno, risulta poco vestita. Entrambe le donne vengono ignorate dalle altre figure nel dipinto. Nonostante la donna nuda stia effettivamente guardando nella direzione generale dell'osservatore, appare poco chiaro se stia opponendo, accettando, ignorando o coinvolgendo il suo sguardo. Comunque sia, è evidente che questo dipinto venne creato da uomini per essere visto da uomini, e lo sguardo maschile sulle due donne è piuttosto evidente.


Le Déjeurner sur l'herbe ("Colazione sull'erba") (1862 - 1863)

di Édouard Manet


Ulteriore pittore che impose senza dubbio sia lo sguardo maschile sia lo sguardo bianco sui soggetti delle sue opere è Paul Gauguin. Gauguin era un esponente dello stile del"Primitivismo", derivato dal "fascino" che artisti europei trovavano in ciò che consideravano arte "primitiva" e dal loro tentativo di imitarla. Questo ideale era basato su modi razzisti di vedere certe popolazioni (come quelle dell'Africa, del Sud Pacifico e dell'Indonesia) come "primitive". Gauguin si trasferì a Tahiti nel 1891 in cerca di “condizioni di vita primitive, esotiche”, le quali egli pensava avrebbero potuto ispirarlo a creare nuovamente opere d'arte. Durante il suo soggiorno nell'isola, egli abusò sessualmente di giovani ragazze e dipinse raffigurazioni oggettificanti ed esotificanti di persone indigene, specialmente donne. Creò un mito esotificante di Tahiti e una storia esagerata delle sue esperienze erotiche che sappiamo essere falsi. Questi elementi concorrono a dimostrare che i suoi dipinti certamente non mirano a rispettare o a conferire autodeterminazione ai loro soggetti, bensì a rappresentarli come oggetti sessuali "esotici".


Possiamo anche considerare molte rappresentazioni della scena di Susanna e i vecchioni da parte di uomini come esempi dello sguardo maschile. La storia biblica di Susanna e i vecchioni racconta di una giovane donna (Susanna) che si stava facendo il bagno quando due vecchi uomini la interruppero. I due vecchioni provarono poi senza successo a ricattarla al fine di costringerla a svolgere per loro favori sessuali. La scena in cui i vecchioni stanno osservando Susanna mentre sta facendo il bagno è stata catturata da molti artisti, spesso raffigurando Susanna come una "seduttrice" invece che una vittima. Un esempio di ciò è il dipinto di Alessandro Allori del 1561, in cui Susanna sembra far avvicinare a sé i vecchioni e risulta chiaramente sessualizzata e oggettificata dallo sguardo maschile del pittore.


L'ultimo dipinto (benché ve ne siano molti, molti altri) che verrà portato ad esempio in questo post come raffigurazione dello sguardo maschile, combinato a uno sguardo razzista ed esotificante, è L’Apparition ("L'apparizione", 1874 - 1876) di Gustave Moreau. Questo dipinto rappresenta la figura biblica Salomè mentre danza dinanzi al re Erode con l'apparizione della testa di Giovanni Battista, che aveva richiesto dal re, fluttuante sopra di lei. Il dipinto è generalmente considerato un esempio di "Orientalismo", un termine coniato da Edward Said per descrivere il modo in cui il mondo occidentale vede "l'Oriente" (specificamente, comunità medio orientali, asiatiche e nord africane) in un modo accondiscendente e spesso esotificante. Qui, infatti, Salomè viene raffigurata come una donna "pericolosa" e "seduttrice" attraverso lo sguardo maschile occidentale.


Questo modo talmente diffuso di negare alle donne, e specialmente alle donne di colore, la loro umanità e autonomia a favore di porre al centro fantasie maschili eterosessuali è incredibilmente dannoso alle donne e alla loro autostima.

È pertanto essenziale concedere alle donne di prendere le redini della loro rappresentazione nell'arte in modi che conferiscano potere sia alle artiste sia alle donne e alle ragazze che si vedono rappresentate nelle opere di tali artiste. Fortunatamente per noi, nonostante la rappresentazione principale dell'arte e della storia dell'arte tenda a cancellare i contributi delle donne, e specialmente delle donne di colore, delle donne disabili, delle donne LGBTQ+ e delle donne alle intersezioni di altre identità marginalizzate, molte fantastiche artiste donne hanno contrastato lo sguardo maschile e prodotto rappresentazioni stupende, rispettose, bellissime e umanizzanti di donne, incluse auto-rappresentazioni.


Le Dejeurner sur l'herbe: Les Trois Femmes Noires (2010) dell'artista nera lesbica Mickalene Thomas (nata nel 1971) potrebbe essere letto come una risposta diretta al dipinto oggettificante di Manet. Pur non immune alle critiche, quest'opera è anche stata lodata per il suo proporre uno sguardo purtroppo ancora raro nell'arte "mainstream": donne nere rappresentate da una donna nera. In primo piano si trovano tre regali donne nere, tutte e tre completamente vestite e colte mentre guardano verso l'osservatore, forse come per contestare il suo sguardo. Nello sfondo, corrispondente alla figura che si stava facendo il bagno nel dipinto originale, si trova una statua di Matisse. Questo è stato interpretato da alcuni come un omaggio all'artista, ma forse è anche significativo che la figura maschile bianca sia posta dietro alle tre donne nere: la sua importanza per l'opera è soltanto secondaria.


Le Déjeuner sur l'herbe: Les Trois Femmes Noires (2010) di Mickalene Thomas


L'artista Amrita Sher-Gil (1913 - 1941), una pittrice ungherese indiana con una storia complessa e ambigua, poi, sembra aver direttamente contrastato l'oggettificazione e l'esotificazione delle donne tahitiane da parte di Gauguin nel suo dipinto del 1934 Autoritratto come una tahitiana. Sher-Gil è un'artista che si trovò spesso alle prese con la sua duplice identità europea e indiana, il che è probabilmente parte di ciò che la rende talmente complessa: potrebbe essere stata influenzata dall'orientalismo delle opere di artisti europei ed era, in questo dipinto, coinvolta in una "finzione" come donna tahitiana (poiché non era di origini indigene del Tahiti), eppure ella risulta contestare l'oggettificazione delle donne di colore da parte dello sguardo bianco maschile. Nel dipinto, Sher-Gil si gira via dall'osservatore, opponendo resistenza al suo sguardo. Inoltre, si può notare un'ombra maschile dietro alla figura centrale, un'ombra che appare minacciosa ed è forse una personificazione di ciò che conosciamo oggi come lo sguardo maschile o persino un riferimento allo stesso Gauguin.


Laura Aguilar (1959 - 2018) è anch'ella un ottimo esempio di un'artista che usò la sua arte per contrastare lo sguardo bianco, maschile ed eterosessuale che ha dominato (e domina tuttora) il mondo dell'arte. In quanto donna Latina, lesbica, povera e grassa (quest'ultimo termine, sia chiaro, è da intendere qui come semplice descrittore, come si potrebbe intendere "alto", e non come offesa, anche in modo da ridurre lo stigma di ciò che significa essere grassi), le sue fotografie si incentrano sui membri delle comunità marginalizzate di cui faceva parte, oltre che sul suo stesso corpo nudo. Le suo opere sono state interpretate come un'opposizione allo sguardo maschile e alle rappresentazioni canoniche del corpo femminile. Attraverso la sua arte, ha per di più lavorato per superare gli standard di bellezza sostenuti dallo sguardo maschile, creando una serie di fotografie del suo corpo nudo nella natura come parte del suo percorso verso l'accettarsi per come era. Queste immagini portano l'osservatore a riconoscere sia la bellezza del paesaggio naturale che la circonda sia la bellezza del corpo nudo, grasso di Aguilar, pur non cadendo nello sguardo maschile.


"Grounded #111" (2006) di Laura Aguilar


In opposizione a rappresentazioni sessualizzanti di Susanna e i vecchioni, la versione di Artemisia Gentileschi si distingue per la sua scelta di porre al centro la vittima e il suo dolore. Nel dipinto del 1610, Susanna si volta via dai vecchioni, esprimendo chiaramente sconforto, il suo volto contorto in un'espressione dolorosa, mentre i due vecchioni incombono su di lei in modo minaccioso (senza dubbio, sono rappresentati come gli antagonisti in questa scena).


Per quanto riguarda donne che hanno contrastato lo sguardo "orientalista" tramite le loro opere, vi sono molte fantastiche artiste che potrebbero essere menzionate e, tra loro, Baya Mahieddine e Lalla Essaydi dovrebbero certamente essere incluse.

Baya Mahieddine (1931 - 1998) era un'artista algerina che iniziò a creare arte sin da una giovane età. Nonostante abbia avuto a che fare con artisti come Picasso, per i quali risultò anche fonte di ispirazione, la sua storia si distingue fortemente da quella di questi pittori razzisti e sessisti e sarebbe sbagliato ricordarla soltanto in rapporto ad artisti uomini bianchi meglio conosciuti. Le opere di Mahieddine sono radicate nella sua cultura algerina e pongono al centro donne, animali e strumenti musicali. Nonostante sia stata descritta come una "surrealista" da André Breton, quest'associazione è stata collegata al modo in cui il mondo occidentale esotifica Paesi come l'Algeria, e Mahieddine stessa rifiutava i descrittori occidentali. Ella stava in solidarietà con la Rivoluzione Algerina contro i colonizzatori francesi ed era considerata un'artista importante nella sua terra natale, dove è stata molto celebrata.

Lalla Essaydi (nata nel 1956) è invece una fotografa marocchina le cui opere imitano spesso lo stile compositivo di opere orientaliste in modo da chiamare l'attenzione sullo sguardo bianco maschile e, al contempo, sovvertire stereotipi orientalisti, così da, come ha espresso ella stessa, "provocare l'osservatore a un nuovo modo di vedere". Ad esempio, nonostante i soggetti di alcune sue opere siano in pose trovate in dipinti orientalisti, sono vestiti invece che nudi. Altre volte, le donne che rappresenta appaiono “sprofondate in mondi tutti loro”.


Femme attablées ("Donne a tavola") (1947) di Baya Mahieddine


Come dovrebbe un amante dell'arte affrontare il fatto che il mondo dell'arte favorisce tradizionalmente lo sguardo bianco maschile eterosessuale e che relativamente poco è cambiato nel mainstream nel corso degli anni? Un passo importante consiste nell'essere attenti allo sguardo bianco maschile nell'arte, in modo tale da evitare di perpetrarlo come osservatore che è, generalmente, incoraggiato ad assumere lo stesso punto di vista dell'artista. Risulta però ugualmente importante cercare attivamente rappresentazioni di donne da parte di donne, rappresentazioni che oppongono gli sguardi oggettificanti tradizionalmente imposti sulle donne dalla società. Amplifica le voci di artiste donne e poni al centro le più marginalizzate, come artiste di colore, artiste disabili, artiste povere e artiste LGBTQ+. Soltanto così possiamo lavorare verso un totale e vero sradicamento dello sguardo bianco, maschile ed eterosessuale.



Nota: Essendo una donna bianca, credo non sia mio il ruolo di avere la voce principale in conversazioni riguardanti il razzismo, ma, in base a ciò che ho imparato, è comunque importante che io discuta e contrasti il razzismo. A causa di ciò, ho ritenuto importante non ignorare i modi specifici in cui le donne di colore vengono oggettificate e fare riferimento al lavoro di donne di colore, ma vi incoraggio, se potete, ad usare questo post come punto di partenza per trovare articoli, post e altri contenuti in cui donne di colore esprimono le loro opinioni su questo argomento.


Crediti per le immagini:

• Immagine generale per questo post: contiene parti di immagini di Le Déjeuner sur l'herbe (1862 - 1863) di Édouard Manet e Le Déjeuner sur l'herbe: Les Trois Femmes Noires (2010) di Mickalene Thomas.

• Immagini in questo post: si vedano le didascalie delle immagini.

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